Un documento unitario con proposte e strategie per  favorire il processo d’integrazione tra le cooperative olivicole,  attivare politiche commerciali unitarie, continuando a garantire gli attuali standard qualitativi e la tracciabilità del prodotto. E’ quanto annunciato e condiviso nel corso della prima assemblea nazionale delle cooperative olivicole aderenti alle tre principali Centrali Cooperative, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci- Agrital, e oggi riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Si è tenuta a Molfetta (Ba), nell’oleificio Goccia di Sole, insieme a numerosi cooperatori pugliesi e dirigenti di Aipo, Cno, Unasco,  Unapol, e, tra gli altri, al direttore generale Legacoop Agroalimentare, Giuseppe Piscopo, e il presidente Legacoop Puglia, Carmelo Rollo. L’iniziativa rappresenta una tappa di avvicinamento in vista della terza Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari programmata per il 7 novembre a Bologna, che metterà al centro dell’attenzione l’analisi e lo sviluppo dei principali settori produttivi nei quali si realizza l’attività delle cooperative associate. “E’ un’assemblea importante per definire un programma di lavoro unitario, a livello nazionale – ha esordito il vice presidente nazionale Legacoop Agroalimentare,  Angelo Petruzzella -. Alla luce dei suoi punti di debolezza e di forza, il comparto oleario ha bisogno di interventi efficaci che solo una grande struttura associativa come l’Aci può realizzare”.   Dall’analisi stilata dall’ACI e descritta dettagliatamente dal vice presidente Legacoop Agroalimentare, la produzione italiana del settore olivicolo ha un’elevata percentuale di alta qualità, diversificata sul territorio, nonché un ampio margine di penetrazione sui mercati mondiali con il marchio made in Italy. Gode anche di un’accertata crescita costante dei consumi pro capite in Italia e fuori confini nazionali. “Le cooperative hanno il merito di garantire appieno la tracciabilità del prodotto –ha spiegato -, con un rispetto dei disciplinari di produzione e degli standard di qualità”. “Ma – ha proseguito Petruzzella, nel corso del suo intervento –, sono ancora tante le problematiche del settore olivicolo che rischiano di mettere in ginocchio i nostri imprenditori: il prezzo del prodotto troppo basso, per esempio, con il conseguente abbandono dei terreni o una produzione italiana proveniente da un sistema produttivo estremamente polverizzato e frammentato, con margini di redditività quasi sempre nulli. E, tra le altre, anche la debolezza del sistema di commercializzazione italiano”.   Sul piano politico, ha continuato Petruzzella,  “è necessaria un’ incisiva azione contro le sofisticazioni per la tutela del comparto da avviare anche con forme innovative di controllo e con una definizione a livello comunitario di severi parametri di garanzia per la qualità degli oli extravergini”.   Altra azione proposta dall’Alleanza è quella di incentivare la conduzione associata dei terreni olivicoli legandola alle cooperative di trasformazione. A livello politico, è stata, inoltre, evidenziata la necessità di costruire un piano olivicolo dotato di risorse adeguate, da individuare nei PSR della nuova programmazione comunitaria, che preveda aiuti anche per l’acquisto di marchi da parte di società controllate dai produttori. “Vanno previste – ha aggiunto il presidente di Fedagri-Confcooperative, Puglia Santo Ingrosso, nel corso del suo intervento – anche azioni specifiche per favorire la promozione e la commercializzazione con particolare riferimento ai mercati esteri”. Rispetto alle scelte da compiere nell’ambito delle politiche comunitarie, l’Alleanza ha ribadito, come ha spiegato il vice presidente Agci-Agrital, Elia Fiorillo, “che anche nel settore olivicolo si debba puntare sulle OP come principale strumento di attuazione dei programmi comunitari per il miglioramento della qualità dell’olio e che debbano essere previsti aiuti per i piccoli agricoltori solo nel caso di adesione ad OP”.]]>