L’America lo osanna e, al tempo stesso, lo accusa di essere “contraffatto”. E’ l’olio d’oliva, uno dei prodotti che si è guadagnato il riconoscimento “Made in italy” in tutto il mondo, fiore all’occhiello della nostra economia, specie del sud Italia. Il quotidiano “La Repubblica”, martedì 18 marzo 2014 riporta, in un articolo, le dichiarazioni di alcuni dei maggiori esponenti del settore per sapere cosa ne pensano circa il grido d’allarme al di là dell’Oceno sul nostro presunto contraffatto olio d’oliva. Preoccupato Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, società per azioni che riunisce oltre mille produttori bio italiani, come anche cooperative latino-americane, per il commercio equo e solidale. Per ovviare e ridare credibilità, al di là dei confini nazionali, bisogna “raccontare la nostra identità nel mondo”, sottolinea Cavazzoni, fermo restando la consapevolezza che la materia prima “è quanto di più manipolabile esista”. Per Benedetto Fracchiolla, direttore di Finoliva, società commerciale partecipata anche dal Consorzio nazionale olivicoltori, “i truffatori ci sono, nonostante le rigide direttive europee”. Fracchiolla a Repubblica spiega quanto analitico e severo è il processo di selezione, produzione, fino all’imbottigliamento. “Forse manca un gioco di squadra con i supermercati”. E’ la rete di vendita della piccola e grande distribuzione, secondo il presidente, a non appurare la qualità e “sincerità” del prodotto, così come scritto sull’etichetta. Al link di seguito l’articolo completo di Repubblica: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/18/olio-oliva-ora.html?ref=search]]>
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