Le nostre imprese del Meridione devono risollevarsi ed essere protagoniste del proprio futuro, offrendo una sponda alle cooperative del nord, per crescere insieme”. Così il responsabile per il Mezzogiorno delle cooperative di Produzione e lavoro, Paolo Laguardia, che fotografa la situazione alla vigilia di un congresso dell’Ancpl, il quinto, nel quale porterà un documento che in 12 punti sintetizza le proposte emerse in un anno e mezzo di lavoro tra le imprese del comparto al sud e una proposta forte di riorganizzazione dell’associazione, aggregando le otto regioni meridionali in quattro macroaree, superando divisioni ormai inutili. “Il primo passo – spiega Laguardia – è realizzare un auditing che ci dica quante e quali cooperative al sud, dopo sei anni di crisi, sono in grado di ripartire e quindi di porsi come soggetti affidabili per il mercato, per la rete consortile e per le cooperative nazionali”. Le cosiddette ‘difficoltà ambientali’? “Purtroppo ormai ci sono a Modena come a Napoli”. In compenso ci sono strumenti per superarle, come i Protocolli di legalità – spesso promossi da Legacoop – e l’adesione alle White List. “Rendono il mercato più trasparente – commenta Laguardia – e danno certezze nella scelta di partner e fornitori”. Molte cooperative stanno aprendo uffici e succursali al sud, ma occorre un ragionamento strategico: “Una portaerei nel Mediterraneo non ha senso: dobbiamo valutare le dimensioni degli appalti che ci saranno, per organizzare in modo adeguato la filiera”. E c’è da gestire una notevole – e inedita – pressione alle porte: “Sono sempre di più le imprese di capitali e gli artigiani che chiedono di trasformarsi in cooperative e non si tratta sempre di imprese decotte”. Ad attirarle, anzi, spesso è la possibilità di fare rete per il mercato, poiché attribuiscono ancora alla cooperazione un valore strategico e vedono nella rete stessa, a partire dai consorzi, un’opportunità ulteriore. “Non dobbiamo avere una chiusura pregiudiziale, dobbiamo dare una risposta”. Ma nello stesso tempo anche l’associazione, secondo il responsabile Ancpl del Mezzogiorno, deve mettere mano a cambiamenti. “Dobbiamo uscire dai vincoli regionali che non servono più. Al Congresso porteremo la proposta di riorganizzarci al sud, sia per la rappresentanza sia per i servizi, in quattro macroaree omogenee al posto delle attuali otto regioni”. Tutto finalizzato a fare più forza e maggiori opportunità alle imprese. Con una convinzione di fondo, che “il Paese riparte se riparte il Mezzogiorno – conclude Laguardia – possiamo risollevarci insieme o andare a fondo separatamente”. Fonte: Legacoop.coop]]>