Gianfranco Lattante, sul quale, dopo i saluti del Sindaco Paolo Greco, si sono confrontati il Senatore Dario Stefano, il presidente di Coldiretti Lecce Gianni Cantèle, il vicepresidente Nazionale di Legacoop Carmelo Rollo e il direttore di Legacoop Puglia, Pasquale Ferrante. In un panorama in cui è più facile scegliere di andar via piuttosto che avere il coraggio di rimanere e provare ad avere un futuro nella propria terra, il suggerimento che viene dalla politica è quello cogliere la sfida che arriva dall’innovazione. “Posto che i processi evolutivi non possono essere fermati – ha detto Dario Stefano – e che non possiamo affrontare i cambiamenti sempre in difesa, compito della politica è quello aiutare ad affrontare il cambiamento con gli attrezzi del presente e in questo le piccole comunità possono avere un ruolo attrattivo”. Anche con l’aiuto dei corpi intermedi, come Coldiretti che proprio qualche giorno fa, proprio sui terreni abbandonati, con Caprarica ha firmato un protocollo che monitorerà i terreni del comune a più alta densità olivicola del Salento e censirà quelli abbandonati per avviarli ad una rigenerazione agricola. Il recupero di questa terra e la restituzione al territorio potrebbe essere la spinta che attiva la comunità. “Abbiamo il dovere di prospettare una visione che non può essere l’agricoltura di ieri. Allora perché non provare a mettersi insieme e provare a rispondere ai bisogni della comunità, quei bisogni che spesso gli enti locali non sono in grado di soddisfare”. E quale soggetto migliore per rispondere ai bisogni di tutti con il contributo dei singoli di una Cooperativa di Comunità? Una forma di cittadinanza attiva, istituita con legge regionale nel 2014 ( la prima in Italia) in cui la comunità si auto organizza, a cui il Salento non è nuovo. La prima cooperativa di Comunità è stata quella di Melpignano, ma sono significativi anche gli esempi di Zollino e di Galatone che stanno realizzando grandi cose rispettivamente nel campo dell’agroalimentare e dei servizi. “Perché si crei una cooperativa di comunità – ha spiegato Pasquale Ferrante, direttore di Legacoop – deve esserci un gruppo che innesta una progettazione condivisa. La cooperativa di comunità è quella che mette in campo una idea imprenditoriale di un territorio. Deve avere i caratteri dell’organizzazione, della continuità nel tempo, dell’economicità, ma soprattutto – ha concluso Ferrante – è quella forma di impresa che solo la cooperativa sa rappresentare, dove la persona vale per quello che è, per le sue vocazioni; dove non conta quello che ci metto come capitale, ma quello che io posso dare al gruppo”. Dove l’unico capitale da valorizzare è quello umano. Si tratta di capire se anche Caprarica, faccia parte di quel Salento pronto a capovolgere il paradigma e a rendere i cittadini protagonisti del proprio futuro.  ]]>