La proposta di legge in Puglia sulle Cooperative di Comunità, sostenuta a gran voce da Legacooop Puglia, e presentata dal Gruppo Pd del Consiglio regionale, ottiene il “sì” in commissione consiliare. Al tavolo della VI Commissione del Consiglio pugliese (Politiche Comunitarie, Lavoro e Formazione Professionale, Istruzione, Cultura, Cooperazione, Emigrazione, Immigrazione), l’11 aprile 2014, ha partecipato una delegazione della Lega delle cooperative pugliesi e il sindaco di Melpignano (Le), Ivan Stomeo, portavoce e primo fautore in Italia del progetto di Cooperativa di comunità nel piccolo borgo leccese, costituita nel 2011. Ad oggi sono molteplici i servizi alla comunità di Melpignano, con investimenti in energia rinnovabile e in numerose “Case dell’acqua” che erogano acqua prelevata direttamente dall’acquedotto pugliese al fine di incentivare il consumo di acqua pubblica e promuovere la sostenibilità ambientale. La proposta è il risultato sinergico tra la politica e Legacoop Puglia, come anche di Confcooperative e Agci Puglia (come Alleanza delle Cooperative Italiane-Puglia) al fine di concepire uno “strumento operativo che sappia intercettare meglio i bisogni dei cittadini e dare una risposta efficiente”, secondo quanto sottolineato dal responsabile Revisioni della lega delle cooperative pugliesi, Pasquale Ferrante. La cooperativa di Melpignano, difatti, ha fatto scuola, utilizzando strumenti innovativi e sostenibili per sostenere lo sviluppo economico, favorire la coesione e la solidarietà sociale e creare offerta di lavoro. L’importanza del progetto di legge risiede nel modo in cui le Cooperative di Comunità riconoscono la centralità del capitale umano, dando la possibilità di impostare modelli organizzativi e gestionali che favoriscano la partecipazione di tutti i soci-cittadini attivi. Secondo quanto prevede la proposta di legge, la Cooperativa di Comunità può dare risposte efficienti alla gestione di servizi prioritari della collettività che non si riescono a garantire diversamente. Gli obiettivi da perseguire possono essere, come si legge nel testo, sono: la valorizzazione turistica, il recupero dei beni ambientali e monumentali, il recupero delle produzioni tradizionali (agricole, pastorali, artigianali), il recupero delle tradizioni culturali, il miglioramento dell’arredo e dell’igiene dei luoghi comuni e la fornitura di servizi in supporto delle fasce deboli della popolazione. Da ciò, la possibilità per la Cooperativa di produrre beni e servizi efficienti sia economicamente sia socialmente. In particolare la Cooperativa può svolgere le seguenti attività: servizi socio-sanitari, servizi scolastici, servizi commerciali (bar, negozi, carburanti), servizi di comunicazione (posta, telefonia), servizi ambientali, piccole manutenzioni, animazione culturale. La legge, inoltre, prevede l’intervento da parte della Regione, attraverso finanziamenti agevolati, contributi in fondo capitale e in conto occupazione, attuati tutti nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti dello Stato. Sono riconosciute “Cooperative di Comunità” le società cooperative costituite ai sensi dell’articolo 2311 del codice civile, che valorizzando le competenze della popolazione residente, delle tradizioni culturali e delle risorse territoriali perseguono lo scopo di soddisfare i bisogni della comunità locale. La “Cooperativa di Comunità” deve avere un numero di soci che, rispetto al totale della popolazione residente, deve rappresentare il 10% per i comuni fino a duemila e cinquecento abitanti, il 7% nei comuni fino a cinquemila abitanti ed il 3% laddove la popolazione supera la soglia dei cinquemila.]]>
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