La forma cooperativa come modello migliore per realizzare il pluralismo dell’informazione e diffondere cultura che parli con e per le comunità e le persone. La cooperazione come strumento per sostenere, sopratutto, le piccole realtà editoriali e culturali indipendenti.  Se n’è parlato nel corso di un dibattito-incontro organizzato da Mediacoop e Legacoop Puglia dedicato alla riforma sull’editoria per “Promuovere e condividere la crescita del Paese” (Legacoop Puglia e Mediacoop alla Città del Libro di Campi Salentina), nel corso della ventunesima edizione della Città del Libro (25-27 novembre 2016), a Campi Salentina (Le), sul tema del “Mediterraneo, l’audacia dell’incontro”. Sul piano nazionale si è legiferato sul testo relativo all’editoria, istituendo un fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. “Questo non solo per la sopravvivenza delle testate – ha sottolineato il presidente di Mediacoop, Roberto Calari –  ma anche per il diritto dei cittadini di poter fruire di un mercato libero e plurale, che possa produrre informazione autonoma e tutelare la ‘biblio-diversità. La forma che meglio interpreta l’idea di non scalabilità, la pluralità e l’autonomia è la forma cooperativa, identificata  proprio dalla legge. Questo apre la possibilità a nuove realtà imprenditoriali, a nuove startup giovanili”. In Puglia l’impresa culturale e creativa sta trovando spazi interessanti, specie in forma cooperativa: “Stiamo provando a sostenere esperienze cooperative dal basso – ha di seguito dichiarato il presidente Legacoop Puglia, Carmelo Rollo – spazi che mettono a disposizione la cultura, come sta facendo a Bari la cooperativa ‘Progetto Città’, che ha creato uno spazio lettura per i bambini. Il motivo per cui siamo qui è promuovere un’idea di condivisione e di crescita, perché leggere è anche condividere e alimentare la discussione. In Puglia il livello di informazione è basso, non c’è più una vera informazione territoriale, il racconto delle nostre storie. L’esperienza di Radici Future è innovazione. Noi, con i nostri strumenti, ad esempio con lo strumento delle Cooperative di comunità, stiamo provando a promuovere aggregazione tra le persone che vogliono fare. Ogni comunità ha bisogno di un centro lettura, e sicuramente ha un gruppo di ragazzi che vogliono mettersi in gioco, da qui bisognerebbe partire”.  A raccontare l’esperienze culturali ed editoriali è stato proprio Leonardo Palmisano, presidente della neo nata cooperativa ‘Radici Future’:Abbiamo scelto la forma cooperativa perché avevamo tante storie a portata di mano, le storie delle nostre comunità. Occorre, invece, costruire insieme competenze e dispositivi produttivi. Per noi è importante raccontare le storie delle comunità, entrare spesso a gamba tesa nei dibattiti, come nel caso di Conversazione a Molenbeek (http://www.radicifuturemagazine.it/2016/06/29/conversazione-molenbeek/): è l’unica possibilità che noi abbiamo per stare sul mercato in un modo non noioso.  Inoltre, con Radici Future Magazine, strumento di di raccolta e offerta di informazione, raccontiamo le buone pratiche del Terzo settore e della Cooperazione. Stiamo  lavorando sulla distribuzione e stiamo costruendo una rete di librerie indipendenti. Offriamo alle stesse una scontistica interessante in cambio della possibilità di organizzare eventi, in contesti dove c’è già una comunità, un particolare pubblico. E questo ci consente di diffondere i nostri prodotti”.    ]]>