Sostenere che i contributi diretti ai giornali rappresentano un’inutile elargizione a pioggia, oltre a non essere giustificata dalla realtà dei fatti, è indice di una non conoscenza della normativa recente sul settore e di una visione distorta della situazione del mercato editoriale. Ad affermarlo è il presidente di Mediacoop, Massimo Tognoni, in risposta alla dichiarazione del Senatore Enrico Buemi. “I contributi diretti all’editoria – sottolinea Tognoni – e, in particolare, quelli di cui usufruiscono realtà editoriali di piccole dimensioni come quelle cooperative e non profit, non sono una regalia, bensì un risarcimento alle distorsioni di un mercato, caratterizzato da una fortissima concentrazione della raccolta pubblicitaria e da posizioni oligopolistiche, alle quali le forze politiche di ogni schieramento non sono fino ad oggi riuscite a porre rimedio”. “Abolire, come propone il Senatore Buemi, i contributi diretti, che sono passati dai circa 300 milioni del 2006 ai 50 milioni per il 2014 – aggiunge Tognoni – significherebbe assestare un colpo letale a quelle piccole iniziative editoriali che, come sottolinea lo stesso Buemi, soffrono le pesanti difficoltà di un mercato asfittico e, di conseguenza, impoverire il pluralismo dell’informazione, soprattutto a livello locale, dove queste realtà svolgono una funzione essenziale”.   “Riguardo alle preoccupazioni circa il corretto utilizzo dei fondi pubblici” -conclude Tognoni- “ se Buemi conosce il testo del cosiddetto decreto Peluffo (D.L. 68/2012, convertito nella legge 103/2012) dovrebbe sapere che i criteri ormai in vigore per accedere ai contributi sono talmente rigorosi da rendere impossibile un loro uso distorto come è avvenuto in certi casi in passato”.]]>