compliance finalizzate a favorire la rotazione del management, a determinare il coinvolgimento dei soci nella condivisione delle scelte, a dotarsi di procedure di audit utili ad evidenziare sintomi di crisi aziendale, ad aderire ai protocolli di legalità e al rating di legalità. Ma stiamo lavorando per abbassare le soglie di accesso al rating per includere anche le microimprese”. Un discorso improntato sul protagonismo delle persone, su un attivismo fatto di partecipazione e auto organizzazione, a cui si è ispirato il modello pugliese delle cooperative di comunità. Orgoglio di una regione dove se ne contano già 20 grazie ad una legge fortemente voluta da Legacoop Puglia, la prima legge in Italia sulla materia. Rollo nel su intervento non risparmia di dire la sua sulla tanto discussa autonomia differenziata che di trasformare i diritti in diritti differenziati. “Il Sud è già in autonomia differenziata da molti anni, – ha detto – noi siamo penalizzati già da tanti anni perché qui il problema non è l’autonomia differenziata ma sono i diritti, la garanzia dei diritti a tutti gli italiani. È inimmaginabile – ha continuato – una scuola diversa regione per regione, un concetto di Paese che escluda alcune aree solo perché non ce la fanno. Stiamo facendo le politiche dell’uno contro uno. Questa logica dell’uno contro uno ci uccide”. Non ci sono sfide da affrontare se non passando da un “Paese del fare”. E un Paese del fare è quello delle infrastrutture e delle grandi opere che aspettano solo di essere realizzate per restituire crescita, sviluppo, lavoro. Un passaggio sottolineato con forza da Carmelo Rollo, ma anche dal presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti a margine del congresso dove, ricordando il peso del mondo cooperativo, ha chiesto con urgenza lo sblocco delle grandi opere . “Noi oggi rappresentiamo l’8% del Pil, – ha detto – abbiamo quasi 12 milioni di soci e 1.300.000 dipendenti, quindi una realtà economica estremamente importante. Senza il mondo cooperativo milioni di persone non avrebbero un’assistenza adeguata e all’altezza di uno stato moderno come si ritiene l’Italia; non avrebbero la possibilità di cibarsi di cibo italiano perché quasi il 50% dei prodotti agroalimentari italiani è prodotto e trasformato da cooperative. Il 2018 – ha precisato – è stato un anno importante e anche positivo per la cooperazione, perché è cresciuta sia in termini di volume di affari sia in termini di occupati. I segni della crisi, o comunque la coda lunga della crisi, ha colpito e colpisce ancora alcuni settori tradizionali come quello della cooperazione edile, ma in altri settori invece abbiamo registrato un andamento estremamente positivo, penso all’agricoltura, alla cooperazione sociale e alla cooperazione distributiva. Per il l 2019 siamo fortemente preoccupati. Quindi sollecitiamo il governo a sbloccare le grandi opere. Ci sono più di 30 grandi opere che aspettano di essere sbloccate, non solo TAV”. E’ la vecchia e buona regola del “non c’è sviluppo se non ci sono investimenti”, ma nel caso della lega delle cooperative con un’attenzione sempre alta sulle persone, sul capitale umano che rappresenta sempre il valore aggiunto di ogni risultato produttivo. E se la cooperazione cresce è anche per la sua capacità di resilienza grazie al suo valore democratico, mutualistico, inclusivo e al suo radicamento sul territorio che non viene meno anche nei momenti più difficili per il Paese e per il Mezzogiorno. Numeri Legacoop Puglia Legacoop in Puglia conta 449 cooperative associate aderenti ( 82 nel settore edilizio, 103 tra pesca e agricoltura, 145 nel settore lavoro e servizi, 89 nel welfare e 30 in ambito culturale). 270 mila soci, tra utenti, consumatori, abitanti e di 7.541 soci lavoratori. Un dato significativo, quest’ultimo, rispetto al trend del mercato del lavoro in quanto fa registrare un +10,71% negli ultimi tre anni. Il valore di produzione sviluppato dalla cooperazione di Legacoop in Puglia si aggira intorno al 1 miliardo di euro (1.051.294212,25). Il valore aggiunto registrato dalle cooperative pugliesi di Legacoop Puglia è pari a circa 2 milioni 637mila euro che vede un aumento del 10% in termini di patrimonio netto negli ultimi tre anni. ]]>
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