Alla luce di quanto sta accadendo, Legacoop Servizi e Federlavoro e Servizi Puglia annunciano che vigileranno con attenzione e non si tireranno indietro dal denunciare pubblicamente e nelle sedi opportune tutti gli atti compiuti contro il bene comune. “Pur non essendo mai stato chiarito fino in fondo (tranne che nelle intenzioni politiche) quale sia l’effettivo vantaggio, a lungo termine, di una scelta anacronistica e di retroguardia, Legacoop Servizi è sconcertata per i tempi e per i modi in cui sta avvenendo questo processo iniziato un paio di anni fa a Foggia con la società Sanità Service e proseguito successivamente a Taranto e nella BAT. Quello che ci lascia perplessi è l’accelerazione verso il ricorso alle società in house senza un minimo di riflessione e di confronto con tutti gli attori in campo: politica, sindacati e associazioni datoriali”. “Vogliamo ricordare – si puntualizza nel comunicato – che esiste una sentenza della Corte Costituzionale, la n.68 dell’8 febbraio scorso che, pur riconoscendo la legittimità delle società in house, stabilisce che le A.S.L. non possono assumere personale in modo diretto se non per periodi determinati. Speravano, anche alla luce di questo provvedimento, in un confronto aperto e produttivo con il Governo regionale. Ciò che invece ci risulta è che i lavoratori stiano ricevendo proposte contrattuali a tempo, di fatto, indeterminato sia a Lecce che a Bari. Alcune società già operanti non avrebbero aggiornato i contratti da tempo indeterminato a tempo determinato. Se questo fosse accertato, non solo si andrebbe contro una sentenza del più alto organo legislativo dello Stato, ma si porterebbe avanti un’idea secondo cui i provvedimenti si possono interpretare, anziché applicare. Il concetto che l’ente pubblico debba trovare il modo di aggirare la legge per promuovere i propri piani è un pensiero che demolisce qualunque patto di fiducia tra cittadini, imprenditori e istituzioni”. “Possiamo con amarezza constatare che sinora non vi è stato un confronto pubblico e concreto sui risultati delle altre internalizzazioni, sul numero di persone impiegate nei servizi, sui criteri di selezione, e questo sta alimentando solo una nuova fascia di disoccupati, quella dei soci lavoratori che rimarrebbero fuori dalle scelte delle A.S.L. Più volte abbiamo dovuto ascoltare le motivazioni sulla necessità delle «pseudo internalizzazioni», ragioni rivelatesi fasulle: il risparmio dell’IVA che non c’è mai stato, il miglioramento dei conti (stiamo ancora aspettando un confronto incrociato tra i conti delle A.S.L. e quelli delle società in house), il vantaggio sui distacchi del personale (anche questo sparito come d’incanto dalla discussione)”. Legacoop servizi e Federlavoro Puglia attendono “con pazienza un incontro con la Regione Puglia per poter discutere finalmente sui fatti e non sulle dichiarazioni”.]]>