“Grande preoccupazione per la situazione economica del Paese, e in particolare per il mondo delle cooperative”. Recita così il comunicato, diffuso da Legacoop nazionale, dopo l’assemblea straordinaria del 7 settembre 2011. Si è trattato di un incontro, quello della Direzione nazionale, per fare il punto della situazione e discutere delle decisioni da prendere, in seguito alle gravi scelte del Governo, a proposito della manovra finanziaria che penalizza fortemente le cooperative. Il maxi-emedamento, approvato dal Senato, impone, difatti, alle cooperative di rinunciare ad una parte delle agevolazioni fiscali di cui godono. La manovra prevede un aumento del 10% della tassazione sugli utili accantonati a riserva (fino ad oggi imponibili nella misura del 30%, ridotta per le cooperative agricole al 20% ma aumentata del 55% per quelle di consumo). Un aggravio fiscale che colpisce anche le banche di credito cooperativo. “Preoccupano – si legge nella nota – la capacità di tenuta complessiva del Paese e le sue conseguenze su un sistema, quello cooperativo, che, per difendere l’occupazione a fronte della crisi, ha operato significative riduzioni dei margini. Una situazione sopportabile nel breve termine, ma che nel medio-lungo, traducendosi nella concreta impossibilità di nuovi investimenti, determinerebbe situazioni di criticità e perdita di prospettiva per gran parte delle imprese cooperative”. A fronte di questa situazione, la Direzione nazionale di Legacoop ha ribadito le posizioni espresse dall’Alleanza delle cooperative Italiane (ACI) sul merito dell’intervento deciso dal Governo sulla fiscalità cooperativa, sottolineando “come sia inaccettabileaumentare il prelievo fiscale nei confronti delle cooperative, proprio nel momento in cui anche l’Unione Europea indica la necessità urgente di definire misure che aiutino la crescita. Non considerando che, negli ultimi due anni, in controtendenza con il dato complessivo del sistema produttivo, hanno salvaguardato l’occupazione, il reddito dei lavoratori e il potere di acquisto delle famiglie”. Con un provvedimento del genere, secondo Legacoop, “si maschera, dietro la necessità di reperire risorse, un attacco alle cooperative, al principio di solidarietà tra persone e tra generazioni che esse realizzano, rendendo così possibile quel pluralismo delle forme di impresa che è una ricchezza per il mercato”. La Direzione nazionale di Legacoop – si legge – “ritiene necessaria una manovra equa che, invece di colpire i cittadini (sia direttamente, con l’aumento delle aliquote IVA, sia con tagli pesanti agli enti locali che si tradurranno in un drastico ridimensionamento dei servizi alla collettività), intervenga, ad esempio, sui capitali scudati e i grandi patrimoni. Una manovra che metta in sicurezza i conti pubblici ma, nello stesso tempo, reperisca risorse da destinare al sostegno dello sviluppo. Anziché tartassarle, lo Stato dovrebbe stare al fianco delle imprese che investono e promuovere azioni che incoraggino i cittadini ad investire anche i propri risparmi. Ad esempio, con una riduzione dei tassi dei mutui, che potrebbe stimolare una decisa ripresa dell’edilizia abitativa e rimettere in moto il settore delle costruzioni, importante volano per il rilancio dell’economia nazionale, per l’indotto industriale e di servizi che determina”. A conclusione dei lavori, la Direzione Nazionale di Legacoop ha espresso un forte apprezzamento per il costante richiamo del capo dello Stato alla necessità di coesione e di assunzione condivisa di responsabilità. Ha ribadito, altresì, in linea con la posizione espressa a fine luglio dalle organizzazioni di rappresentanza di banche, imprese e sindacati confederali, l’esigenza di una forte discontinuità capace di recuperare immediatamente la credibilità perduta, e di realizzare un progetto di crescita del Paese che assicuri la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione. Fonte: Legacoop]]>