un modello d’impresa da valorizzare. Sorprendentemente, invece, nel vertice di maggioranza di Arcore (tenutosi il 29 agosto 2011), si è proposto un intervento che colpirebbe l’unica forma di impresa solidaristica”. E’ quanto denuncia, in una nota, il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, che si fa portavoce di Rosario Altieri dell’Alleanza delle cooperative italiane e di Giuliano Poletti, presidente Legacoop, a proposito del possibile provvedimento fiscale a carico delle cooperative. “Nella fase di crisi – si legge nel comunicato – le cooperative hanno privilegiato e incrementato l’occupazione, sacrificando la redditività dell’impresa e continuano ad assicurare i servizi di welfare e rivolti alla persona, nonostante gli annosi ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione. Una lentezza che si acuirà in seguito ai tagli disposti per gli enti locali”. “Ci pare di capire – si precisa – che alla base degli orientamenti del vertice di maggioranza continuano a esserci dati vecchi e informazioni di parte, alimentati da concorrenti. Circolano, inoltre, tabelle non corrette, sovrastimate e, per di più, risalenti agli anni pre-crisi, dunque alla preistoria”. L’Alleanza delle cooperative Italiane ribadisce che gli anni 2009, 2010 e 2011 hanno segnato un fortissimo ridimensionamento della redditività delle cooperative. Quindi, una caduta verticale del gettito per lo Stato. “Si tratta di numeri fantasiosi, cioè miliardi o di centinaia di milioni di possibile gettito, definendo lo stesso in poche decine di milioni per lo Stato. Non si può immaginare che si decida se non sulla realtà delle cose. Si tratterebbe di un intervento fiscale esiguo per la manovra da 45 miliardi, ma significherebbe tanto, invece, per le cooperative che rischierebbero gravemente. Ne bloccherebbe la capitalizzazione, come ha anche ricordato oggi Bankitalia in merito alle cooperative di credito”. “Per dare un’idea realistica della situazione delle cooperative – si prosegue – è bene sapere che delle 83.000 imprese cooperative il 72% è costituito da microimprese e che il 75% di esse è sotto la soglia minima di capitali prevista per le Srl, cioè sotto i 10.000 euro di capitale. Il regime fiscale vigente non è un’agevolazione, ma un sistema che permette a queste imprese di concorrere all’economia del Paese. Un distorto intervento sulle cooperative confliggerebbe con l’art. 45 della Costituzione e con lo stesso ordinamento previsto dal codice civile varato dal precedente governo Berlusconi”. La misura fiscale, se approvata, colpirebbe imprese dove i soci rinunciano per sempre a beneficiare individualmente della ricchezza prodotta dalla loro attività, destinando quelle risorse allo sviluppo dell’impresa, con vantaggi per tutta la comunità e il territorio, in termini di creazione di occupazione e di ricchezza. L’auspicio, come si legge nel comunicato, è che “dopo il vertice di Arcore, il Governo, in pieno spirito di responsabilità e di saggezza, trovi la capacità e il coraggio di rivedere l’orientamento che avrebbe gravi conseguenze sulle cooperative, sull’economia del Paese, perché colpirebbe proprio le imprese più deboli”.
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