Il controllo nella filiera ittica. Questioni aperte e applicative”, tenutosi il 4 maggio (nella sede di Legacoop Puglia), è stata occasione proficua per parlare della normativa europea in materia di pesca. Ma, soprattutto, per capire nel dettaglio quanto si possa fare per “ristabilire un equilibrio dell’attività ittica in Puglia”, come ha sottolineato il responsabile pugliese di Lega Pesca, Angelo Petruzzella, che ha coordinato i lavori della giornata. Temi focali del seminario: il regolamento comunitario n. 1224/2009 e quello di esecuzione dello stesso, il n. 404/2011, che stabiliscono un regime di controllo per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca. Una materia che preoccupa gli operatori del settore in Puglia e non solo, per i vincoli e i controlli serrati che modificano e in parte ostacolano l’attività ittica. Dall’introduzione di un sistema a punti per la licenza, in base alle infrazioni, all’obbligo di certificazione della potenza del motore dell’imbarcazione, del giornale di pesca, nonché della dichiarazione di sbarco. Questi alcuni dei punti della riforma che spaventa un settore già in difficoltà per gli aumenti onerosi del carburante e, a detta degli operatori, per le caratteristiche delle acque e dei fondali pugliesi che non consentirebbero un adeguamento totale ai dictat imposti dai regolamenti. La giornata ha consentito di affrontare il tema del regime dei controlli imposti con una serie di relatori e esperti in materia, quali il presidente di Lega Pesca, Ettore Ianì, l’eurodeputato vice presidente della commissione Pesca del Parlamento Europeo, Guido Milana, il dirigente di Pesca marittima e acquacoltura del ministero delle Politiche agricole (Mipaaf), Vincenzo De Martino Rosaroll, seguito dal presidente del consorzio del Mediterraneo, Paolo Pelusi, che hanno brevemente introdotto le principali novità introdotte dai regolamenti europei, ulteriormente approfondite dall’esperta dell’area legislativa di Lega Pesca, Elena Ghezzi. Particolarmente interessanti anche gli interventi del comandante della direzione Marittima di Bari, Giovanni De Tullio, e del vice capo reparto Pesca marittima del comando generale CCPP, Pietro Preziosi, che hanno dato un contributo rispetto alle modalità di controllo esercitate nelle acque pugliese, rassicurando i soci pescatori. Il seminario barese rientra in una serie di appuntamenti, organizzati da Lega Pesca, a livello nazionale. In particolare, è stato successivo ad un altro fondamentale incontro, quale quello dell’assemblea straordinaria organizzata dalla marineria di Porto Cesareo (Le), nella sede della cooperativa dei Pescatori dello Jonio. In questa occasione, infatti, i pescatori leccesi hanno provato a stilare, dinanzi ai responsabile della Lega delle cooperative pugliesi, insieme a Petruzzzella e Ianì, una serie di proposte alternative per ricreare un equilibrio che dia respiro all’economia ittica pugliese, in un “momento di passaggio drammatico”. Prima fra tutte la possibilità dell’utilizzo in Puglia di attrezzature alternative di pesca: una proposta che “ci auguriamo il ministero accolga”, ha invocato Angelo Petruzzella. Dall’incontro del 4 maggio, a Bari, sono emerse evidenti preoccupazioni, dunque, circa l’applicazione delle norme comunitarie in Puglia che sembrano depauperare ulteriormente un’economia già al collasso. “Un seminario tecnico di questo tipo – ha esordito Ianì – ha l’obiettivo di scavare nelle pieghe di un regolamento fortemente contestato dalle cooperative, che non tiene conto dei nostri bisogni. In questo senso, obiettivo principale dell’incontro è quello di provare a riscriverlo, mettendo in moto delle correzioni opportune, per una mobilitazione con il ministero e le istituzioni della pesca”. Per il comandante marittimo De Tullio è fondamentale una collaborazione da parte dei pescatori per facilitare i controlli. Ma anche di “un confronto continuo, come quello di oggi” per cercare, col tempo, di affinare le norme per un comparto economico fondamentale. Dalla sua, l’onorevole Milana ha sottolineato quanto un corpus normativo, come quello messo a punto in sede comunitaria, non deve essere considerato una penalizzazione per le marinerie pugliesi. “Il regime dei controlli – ha ribadito l’eurodeputato – è stato reso necessario per combattere, primo fra tutti, il fenomeno della pesca di frodo”. In Italia, come in Puglia, le proposte devono essere unanimi, non frammentate e diversificate, perché vengano accolte in sede governativa. La migliore modalità di gestione, ha fatto sapere, deve essere per i pescatori l’autoregolamentazione, proprio come quella encomiabile messa in atto dalla marineria di Porto Cesareo.]]>
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