La Cooperazione sociale, il Terzo settore, il mondo del Volontariato e dell’Associazionismo posso essere un motore di cambiamento e l’esempio concreto dell’auspicata economia sociale diffusa e sostenibile. E’ questo il focus tematico dell’incontro, dal titolo “Sociale vuol dire di tutti” organizzato, questa mattina a Bari, dall’Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI ) Puglia e dal Forum Terzo Settore, con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “Fino ad ora il terzo settore, l’associazionismo, la cooperazione sociale sono stati vissuti un po’ come pronto soccorso, una sorta di ruota di scorta che interviene in caso di emergenza – ha spiegato il ministro Poletti -. Dobbiamo, invece, pensare le cose al rovescio. Quando si progettano le politiche sociali, gli interventi nei territori e nelle comunità, si deve considerare che c’è lo Stato, il mercato con il sue imprese e che c’é anche tanto volontariato ed associazionismo che può stare dentro queste politiche. Bisogna cambiare la logica, che appunto deve diventare sempre di più quella della presa in carico”. L’economia sociale, dunque, a dialogo con il ministro per proporre le proprie idee di sviluppo per un’economia sociale integrata e innovativa in Puglia. “Economia sociale significa, innanzitutto, integrazione  tra cooperazione, associazionismo, terzo settore e mondo del volontariato e istituzioni. Sono certo che la cooperazione – ha sottolinea il presidente Legacoop Puglia, Carmelo Rollo – e tutto il Terzo settore, possono e devono essere oggi i veri e principali attori del cambiamento e della creazione di un welfare stabile e strutturato nella nostra Regione. Un sistema integrato che tenga conto delle esigue risorse disponibili e, al tempo stesso, consenta di realizzare e offrire servizi alle persone di qualità, in termine di benessere e salute sociale”. “Come movimento cooperativo abbiamo provato ad individuare nel Testo di riordino del Terzo Settore – ha spiegato la responsabile di ACI Puglia Sociale, Flora Colamussi – la consapevolezza dello spessore e del profilo politico della cooperazione sociale. Ci siamo chiesti se la Riforma del Terzo Settore favorisca il miglioramento degli  indici dello sviluppo umano, in termini di benessere e salute sociale  così come le stesse  Nazioni Unite promuovono e si attendono”. “Le cooperazione sociale, in particolar modo, è in grado di produrre beni i cui benefici sono collettivi, di gran lunga superiori a quelli individuali”, ha aggiunto Colamussi. Per Dunque, bene collettivo erogato attraverso i canali  controllati di mercato, non soggetti alla politiche dell’economicità pura, ma “articolati attraverso la valutazione della migliore opportunità. In Puglia – ha sottolineato – si continuano a sviluppare gare al massimo ribasso sia in ambito di servizi socio-sanitari ed educativi sia dell’inserimento lavorativo, che dequalificano il welfare e polverizzano sempre di più l’imprenditoria sociale”. Di qui la necessità per enti territoriali, regioni, aree metropolitane, comuni, società  a prevalenza pubblica, “di abbandonare definitivamente sistemi di regolamentazione e bandi,   secondo i  criteri della mera economicità, che rendono, tra l’altro,  critici i rapporti tra imprenditorialità sociale e mondo del volontariato”. Al tavolo dei lavori, per delineare lo stato dell’arte della Programmazione sociale in Puglia e le linee imposte dalla programmazione europea in tema di welfare anche la dirigente della’Area Politiche Promozione della Salute, delle Persone e Pari Opportunità della regione Puglia,  Annamaria Candela. A seguire il portavoce Forum Terzo Settore Puglia, Gianluca Budano.]]>