Legacoop Puglia, insieme Agis Puglia e Basilicata, Cgil Slc, Cisl Fistel Puglia, Confcommercio, Confcooperative Puglia, Confindustria Foggia, il Distretto di Puglia Creativa, Uilcom Puglia, hanno diffuso la seguente nota relativa alla mancata chiusura del Piano regionale dello spettacolo che rischia di compromettere le attività di imprese e cooperative regionali impegnate nel campo dello spettacolo dal vivo. Riportiamo qui di seguito: “Abbiamo appreso dalla Vs. nota del 9 giugno che sono state apportate delle modifiche agli Avvisi “Attività culturali e Spettacolo” con l’assegnazione di un nuovo termine per la presentazione delle proposte a 30 giorni dalla data di pubblicazione sul BURP degli Avvisi modificati. Avevamo condiviso la volontà della Regione Puglia di dotarsi di un Piano Strategico per la Cultura e le sue linee strategiche delineate che ne hanno composto l’acronimo PIIIL sulle parole chiave: PRODOTTO, IDENTITA’, INNOVAZIONE, IMPRESA, LAVORO. Tutto questo nell’auspicio di favorire un salto di qualità progettuale e imprenditoriale per l’intero comparto dello spettacolo dal vivo e della Cultura in generale. Quando alle parole hanno fatto seguito atti concreti, non abbiamo più ritrovato il senso del lavoro avviato insieme. Oggi, a ridosso dell’apice della stagione estiva, in cui inevitabilmente si concentra la maggior parte delle attività di spettacolo dal vivo, con impegni assunti dagli operatori  e nella più completa incertezza da parte della stessa domanda pubblica locale sul provvedere o meno alla copertura almeno parziale delle iniziative programmate, non vi è ancora chiarezza sui tempi di avvio delle procedure di selezione né sulle integrazioni poste in essere all’Avviso già pubblicato, nonostante la disponibilità inziale al confronto ed alla partecipazione  alla co-programmazione da noi manifestata con l’avvio di PIIL. Lo stesso Piano Strategico PILL non è ancora chiuso. L’incertezza della programmazione, aggravata dall’assenza di un Piano regionale dello spettacolo, ai sensi della vigente Legge Regionale n.6/2004, rende tutto aleatorio e gravoso per gli operatori economici che si fanno carico ogni anno di proporre, sempre più con incrementali fattori di rischio, la  partecipazione delle comunità pugliesi alla programmazione culturale di qualità, alla produzione e distribuzione di spettacoli dal vivo in grado di consolidare la sensibilità e lo sviluppo culturale della nostra Regione. Il presunto “congelamento” di quanto disposto dalla L.R.n.6/2004 ha inoltre determinato un arretramento nella integrazione plurifondo delle risorse destinate, straordinarie ed ordinarie, allo spettacolo dal vivo e alle attività Culturali regionali. Non possiamo esimerci dal sottolineare che la istituzione del FURS (fondo unico regionale per lo spettacolo) da parte della Legge regionale n.6/2004, aveva il duplice scopo di potenziare le azioni di sostegno regionale ed integrare le risorse del FUS nazionale oltre che, sulla base del piano regionale, attivare tutti gli altri fondi dedicabili nei cicli di programmazione unitaria straordinaria. Il FURS è un fondo di scopo, regolato dal legge regionale vigente e non può che concorrere alle finalità in essa stabilite e non costituire strumento finanziario discrezionale o attribuito solo alle partecipate regionali per le attività culturali da queste programmate. Le Agenzie regionali producono direttamente grandi eventi con fondi che sarebbero dovuti essere destinati a strutturare e rafforzare l’industria culturale pugliese a beneficio anche dei suoi lavoratori producendo un effetto distorsivo della concorrenza proprio verso il tessuto produttivo regionale che si dovrebbe sostenere. Gli operatori economici del settore regionali, che occupano migliaia di lavoratori, sono in enorme difficoltà rispetto alle progettualità messe in campo nel 2017, considerato che siamo ormai giunti alla metà dell’anno e che, a questo punto, non abbiamo alcuna certezza rispetto a tempi, risorse e criteri per la loro assegnazione. Sono a rischio attività e festival estivi che da sempre hanno caratterizzato la Puglia nel panorama nazionale ed internazionale e che hanno contemporaneamente promosso il turismo e valorizzato il territorio. Sono a rischio le imprese che hanno progetti annuali e che dal 1° gennaio di quest’anno hanno avviato i loro percorsi artistici e, ovviamente, hanno preso impegni con fornitori, compagnie e personale. Sono a rischio i progetti avviati che si basano sui contributi FUS che devono avere entrate certe dagli enti locali. Avvertiamo la necessità di sentire nuovamente la Regione Puglia come un attore fondamentale per costruire politiche di sostegno alla Cultura regionale a cui prioritariamente, secondo le indicazioni fatte proprie dalle politiche europee, dal Consiglio Europeo sulla Cultura del 2007 sino alle recente comunicazione della Commissione Europea C/2016/262/01, l’azione regionale dovrebbe rivolgersi. Viviamo in precarietà un momento molto complesso, tuttavia, confermando la nostra fiducia – come avvenuto fino ad ora –  nell’Istituzione, vi chiediamo un incontro urgente con l’obiettivo di conoscere lo stato dell’arte e concertare insieme tempi e misure che possano rassicurare imprese, operatori e lavoratori”.]]>