“Si tratta di dati assolutamente sconfortanti. Siamo di fronte a un Mezzogiorno in recessione che, se cresce, lo fa, di sicuro, molto meno del Centro Nord e dove lavora ufficialmente meno di un giovane su tre, con un tasso di disoccupazione reale del 25%”. E’ quanto dichiara il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, manifestando chiaramente la preoccupazione per il rapporto presentato a Roma, il 27 settembre, dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ). Il quadro illustrato da Svimez non lascia trapelare, al momento, nessuna possibilità di ripresa per “un Sud che arranca, dove le famiglie hanno difficoltà a spendere, e il tasso di disoccupazione effettivo volerebbe al 25%, considerando chi il lavoro lo vuole ma non sa dove cercarlo”. “Si parla di un aumento del PIL in Italia dello 0,6%: un dato per cui non esultare e che può essere fuorviante. Perché si tratta di un aumento della media del Centro Nord, rispetto a un demoralizzante 0,1% in più appena per il Mezzogiorno (in controtendenza rispetto al -4,5% del 2009, ma lontano dalla performance del nord del Paese)”, spiega il presidente di Legacoop Puglia. “I dati confermano – sottolinea Rollo – una situazione di assoluta attenzione e di grave crisi del Paese, con una maggiore preoccupazione per il Mezzogiorno. Nell’area del sud del Paese, nel prossimo 2050, gli over 75 cresceranno di dieci punti percentuali, con una diminuzione esponenziale degli under 30”. “Segnalo – si legge nella nota- anche il dato sul medio periodo. Infatti, negli ultimi dieci anni, dal 2001 al 2010, il Mezzogiorno ha segnato una media annua negativa pari a 0,3%, decisamente distante dal + 3,5 del Centro Nord, a testimonianza (non so quanto ve ne fosse bisogno), del perdurante divario di sviluppo tra le due aree”. “Quanto alla Puglia, il rapporto Svimez delinea una situazione drammatica: rappresentiamo nel 2010 la penultima regione del Mezzogiorno in termini di prodotto interno lordo (pil) pro capite pari, cioè, a 16.932 euro (contro i 29.868 del Centro Nord): siamo davanti solo alla Campania, che rappresenta la regione più povera, con un pil pro capite pari a 16.372 euro. Inoltre, la previsione Svimez per l’anno 2011 segna una valutazione del pil pro capite della Puglia pari a 13.316,1 euro che, come si evince, è ancora più bassa rispetto al 2010”. “Come presidente dell’associazione delle cooperative pugliesi non posso non denunciare, ancora una volta, una manovra del Governo squilibrata, che bistratta il Sud e che farà gravare ulteriormente alle regioni del Mezzogiorno un 6,4% ulteriori sul pil. Infatti, – prosegue Rollo – secondo i dati diffusi, l’effetto delle manovre 2010 e 2011 dovrebbe pesare in termini di quota sul Pil, 6,4 punti al Sud, in particolare 1,1% nel 2011, 3,2% nel 2012 e 2,1% nel 2013, rispetto al 4,8% del Nord. In sintesi il Sud, dai dati presentati, contribuirebbe in maniera maggiore all’azzeramento del deficit rispetto al resto del Paese”. “Questo Governo, in sintesi, con le ultime manovre ha di fatto dichiarato l’affossamento del Mezzogiorno. La drastica strategia del rientro dal debito non ha tenuto conto di una serie di indici economici squilibrati tra le due aree. Non si è considerato che i tagli alle risorse, senza una politica di controllo e di verifica sui territori, di fatto, ridurranno in modo drastico le erogazioni di servizi essenziali come la sanità, l’assistenza sociale, il trasporto pubblico locale. Rischiando, invece, di deprimere la spesa in conto capitale sia ordinaria sia aggiuntiva nazionale e comunitaria. Si tratta, per giunta, di un modo per far sprofondare definitivamente il Mezzogiorno e chi, sino ad oggi, con sacrifici, ha provato a farlo rialzare”. Ha concluso così il presidente di Legacoop Puglia, sottolineando quanto, nonostante le difficoltà che la manovra finanziaria ha provocato, si possa, comunque, sperare in un cambiamento che solo la cooperazione può attuare. “Il sistema imprenditoriale associato è uno strumento utile alla Puglia per poter costruire quelle imprese che possono salvare la regione, ma anche tutto quanto il Mezzogiorno. Perché la forma societaria cooperativa, secondo quanto dimostrato sino ad oggi, risulta la migliore per dare risposta ai bisogni e per affrontare la situazione di difficoltà che sta attraversando l’Italia”. Alleghiamo il rapporto Svimez 2011. Rapporto_2011 Schede Regionali ]]>
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