Rilanciare e potenziare l’offerta turistica e commerciale dei nostri comuni, anche attraverso l’associazionismo come risposta concreta alla spending review. Il progetto si chiama «Borghi Vivi» e offre un assist prezioso alla creazione delle Cooperative di comunità promosse da Legacoop su tutto il territorio nazionale. Euro*IDEES, in collaborazione con la rete europea COMPEU-Bruxelles e con l’Unione di Comuni Montana Lunigiana, ha organizzato lo scorso 5 febbraio un seminario dal titolo “Il contributo delle aree interne italiane alla politica di coesione territoriale 2014-2020: le potenzialità del progetto Borghi Vivi”. L’occasione è stata un prezioso confronto tra la cittadinanza attiva del nostro paese per rilanciare un’economia basata sull’utilizzo delle proprie risorse per crearne di  nuove, a beneficio di tutti. Un concetto alla base del sistema cooperativo promosso e diffuso dalla Lega delle cooperative. Dalla giornata seminariale è emersa una considerazione importante, o meglio la presa d’atto della valenza della cooperazione per rilanciare l’economia, attraverso proprio lo strumento della cooperative di comunità. Nel documento finale è emerso, difatti, quanto segue: Un ruolo particolarmente rilevante per lo sviluppo delle aree interne può essere svolto dal terzo settore con particolare riferimento alle esperienze dell’agricoltura sociale e delle cooperative di comunità. L’agricoltura sociale assume una doppia valenza: sotto il profilo economico come fattore di crescita aziendale e sotto il profilo sociale come fattore in grado di migliorare l’organizzazione dei servizi alla persona (favorire processi di inclusione sociale di categorie svantaggiate, abbattendo i costi di gestione rispetto a forme tradizionali, promuovere la didattica, ecc…). L’agricoltura sociale può dunque contribuire alla riorganizzazione dei servizi nelle aree interne in campi quali la scuola, la sanità, la sicurezza, come pure contribuire alla tutela e salvaguardia del territorio. E’ necessario passare dalla fase del volontariato a una fase in cui l’agricoltura sociale venga meglio inquadrata da un punto di vista giuridico-istituzionale e più ampiamente sostenuta dalla programmazione comunitaria. Le cooperative di comunità rappresentano una risposta ai processi di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali in atto, che si propone di assicurare -in contesti caratterizzati da piccoli comuni e disagiati, con difficili collegamenti con contesti urbani più serviti, e dove diventa sempre più realistico il rischio di un deterioramento complessivo delle condizioni di vita, con il conseguente ulteriore spopolamento di parti significative del territorio nazionale- risposte a bisogni comuni, la creazione di occasioni di lavoro per i giovani, lo sfruttamento di potenzialità di sviluppo locale, attraverso il protagonismo dei cittadini. Particolarmente significativa è l’esperienza avviata su scala nazionale da Legacoop con il progetto “Cooperative di Comunità”, che prevede attività di informazione, orientamento, assistenza e supporto tecnico e finanziario nella costituzione a livello locale di cooperative di comunità e nella strutturazione di tali cooperative in una rete nazionale. Tale esperienza rappresenta un modello da consolidare e diffondere su ampia scala”. In allegato il documento completo del Seminario su Aree interne e Borghi Vivi]]>