Il tè Coop è diventato Solidal e Coop è la prima insegna in Italia ad avere convertito una propria linea da filiera convenzionale a filiera certificata Fairtrade e biologica. Sette tipologie di tè (verde, earl grey, english breakfast, nero deteinato, verde deteinato, alla pesca e al limone) tutte provenienti dalla zona dei monti Nilgiri, nell’India del sud, dichiarati parco nazionale dal governo indiano; si tratta di tè d’alta montagna e che vengono coltivati a più di 2000 metri di altitudine. L’altitudine è infatti un pregio: rallenta la crescita della pianta e permette quindi di attrarre maggiormente gli aromi che poi caratterizzeranno l’infusione. Inoltre, il micro clima tipico dei monti Nilgiri, che alterna pioggia, freddo e nebbia a raggi di sole, aumenta la percezione fruttata e floreale dell’infuso. I tè sono raccolti tutto l’anno e nei mesi invernali, grazie a temperature più rigide, l’aroma floreale diventa ancora più intenso e ricco. La coltivazione e la successiva lavorazione seguono i principi dell’agricoltura biologica che evita lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e vieta l’aggiunta di aromi artificiali. Le foglie vengono accuratamente selezionate dalle raccoglitrici e, successivamente, trasferite alla fabbrica dove vengono lavorate con il metodo Orthodox Rotovane: un processo lungo che parte dalla rimozione dell’umidità delle foglie in vasche ventilate lunghe e strette per passare al cosiddetto “rolling” che, con una pressione leggera, le sminuzza. Il tè viene, poi, passato dentro macchine dette appunto “Rotovane” che rompono ulteriormente le foglie. “Con la nuova linea tè Solidal intendiamo rafforzare un modello sostenibile e cooperativo di fare impresa e dimostrare che c’è un modo per superare i confini dello sviluppo, accorciando le distanze tra chi acquista e chi produce – spiega Vladimiro Adelmi, responsabile della linea Solidal Coop -Contiamo di trovare alleati i nostri soci e consumatori”. Come in tutti i progetti Solidal, infatti dietro il prodotto c’è una bella storia da raccontare che questa volta ha come protagonista una comunità in larga parte femminile e le sue famiglie, le scuole, i bambini. La maggioranza dei 1200 lavoratori impiegati nella compagnia United Nilgiri Tea Estates sono infatti donne che vivono nei villaggi interni alle tenute. Con la porzione dei ricavi ottenuti in virtù dell’adesione a Fairtrade si garantisce in prima istanza l’educazione per i bambini compreso l’acquisto di autobus per portarli a scuola: più del 60% degli iscritti sono bambine e ragazze ed è un record positivo in una situazione sociale molto difficile dove l’emancipazione della donna è ancora un’eccezione. Inoltre i proventi del commercio equo e solidale garantiscono l’assistenza sociale per i dipendenti, oltre a interventi migliorativi nelle abitazioni e nell’ospedale che dispone di un laboratorio e di 70 posti letto a vantaggio non solo dei dipendenti, ma di tutti gli abitanti della zona che qui possono sottoporsi alle analisi di base. Fonte: Legacoop.it]]>