Le cooperative tra professionisti sono un’opportunità unica per i giovani laureati, oltre che un’evoluzione economica e sociale per il nostro Paese. E’ quanto emerso nel convegno nazionale, organizzato da Legacoop il 27 febbraio 2012, da titolo “Persone, saperi, opportunità: le cooperative tra professionisti”. Nell’aula del consiglio della Camera di Commercio di Roma, il presidente dell’associazione delle cooperative, Giuliano Poletti, è intervenuto per presentare, insieme al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Zoppini, e al responsabile Ufficio Legislativo Legacoop, Mauro Iengo, le opportunità che il professionalismo offre. Questo alla luce delle esperienze offerte dalle circa 600 cooperative di architetti, ingegneri, consulenti informatici e altro, in cui il socio finanziatore, per quanto capitale possa apportare, non ha potere decisionale superiore a un terzo (proprio come accade nelle normali cooperative). Ciò significa che il suo voto varrà al massimo il 33%. Si tratta di esempi di organizzazioni che tutelano i professionisti, scongiurando il pericolo di assimilare gli studia a imprese di tipo  capitalistico. Adesso il Governo sta mutuando questa disciplina pensando di estenderla a tutte le forme associative di professionisti, per far sì che questi abbiano maggior peso, indipendentemente dal proprio capitale nella organizzazione. Significative le testimonianze di alcune cooperative, ascoltate nel corso del convegno, tra cui la pugliese “COISPA Tecnologia & Ricerca” o le fiorentine che si occupano di consulenza, “InlàCoop” e “Lama development&cooperation”.  Si tratta, dunque, di esempi significativi che, in materia di riforma delle professioni, al vaglio questi giorni da parte del governo Monti (in particolare, con l’articolo 10 delle legge di stabilità), metterebbero d’accordo i professionisti, preoccupati, inizialmente dal cambiamento legislativo. “Un baluardo per i giovani laureati e per tutti coloro che vogliano tutelare appieno le proprie professionalità – ha dichiarato il delegato di Legacoop Puglia, l’avvocato Massimiliano Maggio. “La cooperativa tra professionisti è lo strumento del futuro: permette un diretto accesso al mondo del lavoro con una formula che tutela le singole professionalità e il ruolo decisionale di ciascuno, a prescindere dal capitale apportato alla società”. “Legacoop – ha sottolineato Mauro Iengo –  condivide le preoccupazioni espresse e considera corretta la proposta di introdurre limiti al ruolo dei soci di capitale, in coerenza con quanto già disposto per le cooperative, dove i soci finanziatori non possono esprimere più di un terzo dei voti in seno all’assemblea né eleggere più di un terzo dei membri dell’organo amministrativo e del collegio sindacale”. Nel progetto di riforma, secondo quanto emerso dal convegno, diversi i punti da approfondire. Primo tra tutti, secondo il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, il ruolo dei soci investitori, che potrebbero detenere una partecipazione di maggioranza nelle società di capitali, potendo così condizionare non solo la governance, ma soprattutto l’esercizio autonomo dell’attività professionale. Per quanto riguarda la multidisciplinarietà, Legacoop sostiene, inoltre, come si legge in una nota – che “sarebbe necessario contaminare i profili professionali definendo puntualmente le attività che prevedono il concorso di diverse professionalità: attività multidisciplinari di natura intellettuale, organizzativa e logistica, in modo tale da offrire al cliente, con il reciproco apporto di attività di più professionisti con diversa abilitazione, anche non iscritti agli Ordini professionali, un servizio professionale completo”. È, difatti, questo, a giudizio di Legacoop, il modello che può dare, nel futuro, un contributo reale al miglioramento della qualità delle prestazioni professionali e al rapporto con i cittadini utenti. “E’ il plus valore di un’organizzazione tra professionisti – spiega Maggio -. Possedere più competenze significa creare più offerta per il mercato. Dar vita a un unico soggetto giuridico con abilità diversificate vuol dire offrire una risposta valida e immediata alla fase di stagnazione che stiamo vivendo”. Sul tema “apprendistato”, di cui si parla nella norma, Legacoop chiede di recuperare la norma, introdotta e subito abrogata, dell’equo compenso per i tirocinanti e per i giovani professionisti: un atto di civiltà e di equità che, se legato ad una seria politica di formazione professionale, già durante l’ultimo anno di università, renderebbe più credibili le manifestazioni di interesse verso questa fascia generazionale. “Si potrebbe ipotizzare – ha rimarcato Poletti – che il tirocinio dei giovani laureati possa essere svolto, anche in collaborazione con le università, ricorrendo alla figura dei soci speciali, che possono essere ammessi da una cooperativa proprio in relazione ad esigenze di formazione (professionale). Al termine del periodo di formazione, comunque non superiore a cinque anni, il socio speciale è ammesso a godere i diritti che spettano agli altri soci cooperatori, a meno che lo statuto (ed eventuali regolamenti attuativi) condizioni tale passaggio alla positiva verifica del percorso formativo da parte degli amministratori”. “Auspico – conclude Maggio, a margine del convegno – che il governo Monti accolga le valide esperienze già avviate dalla nostra associazione, migliorando la norma, alla luce di quanto emerso. Perché le competenze e l’autonomia dei professionisti non siano svilite, a vantaggio di una mera logica capitalistica. Attendiamo, pertanto, che la norma venga affinata, come ci auguriamo, perché l’apporto dei capitali sia meno influente, proprio come accade nelle nostre realtà cooperative, a vantaggio di un unico valore, che per noi è la persona”. In allegato una guida tecnica sulle “Cooperative del sapere”. Manuale Cooperative del sapere  ]]>