Non sono attori professionisti ma ragazzi e ragazze, donne e uomini, più o meno giovani, di una bravura inaspettata e abituali frequentatori di centri di riabilitazione psichiatrica. Sono persone con disagio psichico, appunto, della cooperativa sociale Spazi Nuovi di Bari, che hanno girato, diretti dal regista Michele Bia, il cortometraggio “Storia d’amore, di calcio e di un rigore”. Dopo il successo conseguito alla prima proiezione, a Bari (lo scorso 27 febbraio al cinema Abc), hanno fatto capolino anche in quel di Lecce, il 12 maggio 2014. In una città che, oggi più che mai, si mette a tiro per il suo auspicato, quanto meritato, riconoscimento a Capitale europea della cultura per il 2019, con lo slogan “Reinventare Eutopia”. “Straordinari ed emozionanti” si è sentito dire da qualcuno tra il pubblico presente. La presentazione nel capoluogo salentino è stata organizzata da Legacoop Puglia, dalla cooperativa Officine Cantelmo, Doc Servizi, anche in occasione degli eventi promossi nell’ambito di “Lecce2019”. La trama, liberamente tratta dal libro di Osvaldo Soriano (Il rigore più lungo del mondo), narra di “una storia d’altri tempi, epica e romantica, che narra di una sgangherata squadra di provincia, il Bar Centrale, che contende il titolo al Caffè Klimt nel tradizionale torneo di Sant’Agostino. E’’ l’ultima giornata, si gioca di sera, le due squadre sono in parità. Al Bar Centrale basta un punto per vincere il torneo. Al settantacinquesimo minuto, l’arbitro fischia un rigore a favore del Klimt. Sfondamento è pronto per realizzare il suo ennesimo gol, ma un corto circuito manda in tilt le luci del campo sportivo e il rigore viene rimandato a data da destinarsi. Alla presentazione leccese, insieme al regista e il cast al completo, erano presenti il presidente Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, insieme al presidente di Officine Cantelmo, Marco Cataldo, il presidente di Agis Puglia (il circuito dei cinema pugliesi), Carmelo Grassi, e il direttore artistico di Lecce 2019, Airan Berg. “Una pellicola che non può non essere fruita da quante più persone possibili”, ha commentato Rollo, che, al presidente Grassi, ha rivolto l’appello di “ in carico l’impegno la diffusione capillare”, utilizzando la rete dell’associazione degli esercenti cinema. “Complimenti agli autori, alla cooperativa Spazi Nuovi, ma soprattutto agli attori”, ha detto Grassi. “E’ un prodotto ben fatto e ben recitato”. Che ha fatto bene a loro ma anche agli spettatori. Marco Cataldo, riprendendo lo slogan di Lecce 2019, ha definito questo evento e il cortometraggio la chiara esaltazione del concetto di eutopia. “Eutopia è anche abbattimento delle barriere”. Le barriere psicologiche per gli attori del cortometraggio. Come anche quelle del gruppo di persone con mutismo, ospiti dell’evento, le quali hanno potuto accedere alla visione grazie alla sottotitolatura del film e all’interprete presente in sala. Il cortometraggio è stato un “prodotto di gruppo con una funzione terapeutica”, ha spiegato la psicologa di Spazi Nuovi, Giulia Di Nanna. Difatti, quello cinematografico è uno dei tanti laboratori nei quali sono impegnati gli utenti dei centri di riabilitazione psichiatrica di Bari, gestito da una cooperativa con 30 anni di esperienza e con tanti ancora progetti creativi in cantiere.]]>