Luciano Caffini, e del coordinamento del settore abitazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, anche a nome del presidente di Federabitazione-Confcooperative, Alessandro Maggioni, e del presidente di Agci Abitazione, Franco Ottolini. “Risulta evidente – sottolinea Caffini – la pesante conseguenza che il mancato riconoscimento dello status di abitazione principale agli alloggi assegnati in godimento (che è subordinata, sia chiaro, al requisito di non possidenza di altro alloggio) determina su una fascia di persone economicamente deboli e socialmente esposte sul piano abitativo e, quindi, sulle loro condizioni di vita, aggravate ancor più dalla crisi in atto”. Gli immobili destinati ad alloggi in affitto, e le cooperative edilizie loro proprietarie, svolgono una funzione di servizio di interesse generale, garantendo qualità urbana e senso di comunità ad interi quartieri. Nel passato, a partire dal Decreto legislativo 504/1992 istitutivo dell’ICI, il legislatore – riconoscendo la particolare natura e la funzione sociale svolta dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa e mista, che, mantenendone la proprietà, assegnano ai soci le abitazioni con contratti di affitto di lunga durata – ha costantemente esteso ad esse il regime fiscale dettato per le “prime case” di proprietà delle persone fisiche: in particolare un’aliquota agevolata e le relative detrazioni. Più di recente, l’assimilazione è stata confermata dal D.L. n. 93/2008, che ha esteso alle cooperative l’esenzione dall’ICI disposta per l’abitazione principale delle persone fisiche. Nel 2011, l’art. 13 della legge 214, introducendo l’IMU in sostituzione dell’ICI e stabilendo la sua applicazione anche alle abitazioni principali, ha esteso il beneficio della detrazione prevista per l’abitazione principale anche agli alloggi locati da cooperative indivise e IACP, ma non ha riconosciuto esplicitamente l’aliquota “prima casa” agli alloggi stessi. Questo ha comportato per le cooperative, e per le famiglie in affitto, il pagamento di aliquote non “prima casa”. “Invitiamo il Governo – conclude Caffini – a porre rapidamente rimedio a questo problema: sarebbe davvero singolare se non lo si facesse, nel momento in cui si vuole alleggerire il carico fiscale sulle famiglie più deboli”.]]>
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