Uno strumento che vive di luce propria, auto-esecutivo che al suo interno ha le regole di esecuzione. Un meccanismo perfetto e autonomo.

Il nuovo codice dei contratti pubblici è una vera rivoluzione, perché concepito come uno strumento atto a raggiungere un risultato, che avrà un impatto enorme sul futuro economico e sociale dell’Italia. E della Puglia. Una partita che solo per la Puglia ha rappresentato una spesa complessiva nel 2022 per forniture, servizi e opere di 14miliardi 816 milioni pari al 5% della spesa complessiva nazionale che si attesta sui 289miliardi883 milioni ( fonte relazione Anac 2023).

“Un cambio di paradigma normativo che è anche politico, nel senso che in esso sono sottesi indirizzi e traguardi da perseguire e raggiungere”. Così lo ha definito Francesco Caringella, presidente di Sezione del Consiglio di Stato nel suo intervento a Bari alla giornata di confronto sul Nuovo testo dei contratti pubblici promossa da Nexima – Società tra avvocati e Dike Giuridica Editrice in collaborazione con Acquedotto Pugliese, Aeroporti di Puglia, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Anci e con il sostegno di Legacoop Produzione e Servizi, Coopfond e Legacoop Puglia.

Un momento significativo per illustrare agli operatori economici la sfida in gioco con la Riforma e soprattutto il nuovo approccio rispetto al passato. “Il diritto dei contratti pubblici, – ha continuato Caringella – da essere un settore del diritto comunitario della concorrenza, diventa un capitolo fondamentale del diritto amministrativo nazionale. La concorrenza cessa di essere un fine per diventare un mezzo per raggiungere l’interesse pubblico attraverso contratti utili e produttivi; mentre la procedura costituisce la strada per centrare l’obiettivo del benessere sociale, per tutelare gli interessi degli operatori economici, essere, in definitiva, mezzo per le utilità collettive.

L’obiettivo, quindi, non è la gara, ma la stipulazione di un negozio che assicuri prestazioni utili con il miglior rapporto qualità-prezzo-tempo. L’obiettivo del benessere sociale del nuovo codice è stato ricordato anche da Luca Clarizio di Nexima Avvocati che ha posto l’accento su una importante novità. “La nuova disciplina – ha sottolineato – riconosce e attribuisce ampio margine discrezionale alle stazioni appaltanti e allo stesso tempo intende evitare che le procedure di affidamento diventino gare a ostacoli finalizzate a ridurre il numero dei concorrenti. Non di meno, a questi ultimi è richiesto di elevare il proprio standing professionale. L’obiettivo comune è realizzare opere e acquisire servizi e forniture per la pubblica amministrazione che siano di qualità, celermente e a prezzi convenienti per tutti gli operatori. Così perseguendo e garantendo l’interesse pubblico”.

Presenti all’incontro le principali stazioni appaltanti della regione Puglia. A cominciare dall’acquedotto Pugliese. “Il nuovo codice degli appalti, – ha ribadito Domenico Laforgia, presidente di Aqp – così come descritto nei principi introduttivi, si ispira a una rinnovata fiducia verso gli operatori economici. Semplificando il regime dei controlli, si raggiunge l’importante obiettivo di valorizzare un approccio concreto alle attività, cioè alla realizzazione delle opere. Ogni innovazione normativa comporta uno sforzo organizzativo. Acquedotto Pugliese, in quanto prima stazione appaltante della Puglia, si è attrezzato per tempo, è stato sin da subito pronto a recepire il nuovo quadro normativo”.

Intervenuto alla giornata di confronto anche Antonio Vasile, presidente Aeroporti di Puglia.

“E’ fuor di dubbio, ha sottolineato – che la nuova disciplina in materia di contratti pubblici impatti non poco su una realtà come la nostra che nel corso di questi anni ha realizzato e sta realizzando lavori imponenti e che si accinge a realizzarne altrettanti di grande valore strategico e di interesse transfrontaliero, si pensi ad esempio all’ampliamento dell’aerostazione passeggeri di Bari e alle opere previste sullo spazioporto di Grottaglie. La nostra struttura, sia quella tecnica, sia quella legale -amministrativa, formate da professionisti di indubbia competenza e capacità, ha dato prova di poter gestire e superare anche le sfide più impegnative, come peraltro dimostrato dal bassissimo numero di ricorsi registrati in sede di affidamenti. Per questo – ha concluso – guardiamo con grande fiducia a quello che da oggi in poi sarà il nuovo percorso che il legislatore ha inteso prevedere, anche con l’introduzione di un elenco di poteri di autorganizzazione riconosciuti a imprese, pubbliche o private che operano nei settori speciali, con l’introduzione delle nuove norme su una materia fondamentale per il mondo delle imprese e, più in generale, per il sistema Italia”.

Per il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, proprio alla luce dell’idea di fondo che sostiene il Codice degli appalti, per noi è necessaria una rivisitazione delle relazioni tra la PA e le imprese, in particolare quelle cooperative che rappresentiamo, anche tenendo conto delle competenze e delle qualifiche che le stesse, tramite l’aggregazione consortile, sono in grado di esprimere e che sicuramente richiamano alla valorizzazione della qualità dell’intervento, piuttosto che alla sua mera realizzazione, soprattutto laddove la spesa pubblica in molti casi deve rappresentare un investimento, in termini materiali ed immateriali. Quanto poi al rapporto fiduciario tra le parti – ha proseguito Rollo – va evidenziato come il movimento cooperativo, il suo sistema consortile, da tempo si sia dotato di un’autodisciplina che impone alle cooperative aderenti l’adozione di modelli organizzativi di gestione ai sensi del D.Lgs 231/01. Su questo versante Legacoop Puglia da tempo sta suggerendo l’introduzione di strumenti agevolativi che permettano anche alle micro e piccole imprese di dotarsi di tali modelli utili a migliorare la qualità del sistema imprenditoriale, isolando coloro che vivono ai margini o addirittura fuori dal contesto della legalità”.

Al confronto ha preso parte anche l’Anci definita dallo stesso presidente Antonio Decaro la più grande stazione appaltante del Paese. “Solo nel 2019 il 25% delle opere pubbliche del nostro Paese – ha detto Decaro – sono state appaltate aggiudicate e realizzate dagli 8000 comuni italiani. I due elementi fondamentali del nuovo codice sono senza dubbio la messa a regime di tante semplificazioni che noi Anci avevamo già chiesto e che oggi sono diventate regole, come l’appalto integrato, alla possibilità di procedere sotto soglia con la procedura negoziata e poi il principio del risultato e la fiducia nei confronti della PA”. Quanto alle qualifiche dei comuni ha precisato Decaro “avevamo paura che uno dei problemi del nuovo codice fosse la qualificazione delle stazioni appaltanti invece abbiamo 2200 comuni si sono qualificati come stazioni appaltanti per i lavori e 2700 si sono qualificati come stazioni appaltanti per i servizi”.

E se è vero come è vero che dall’applicazione del nuovo codice degli appalti passa il futuro del Paese e la sfida del PNRR, da Bari è partito oggi “un primo estremamente qualificato momento di approfondimento del nuovo codice dei contratti pubblici, – ha detto Ugo Patroni Griffi presidente Autorità di sistema Portuale del Mare adriatico Meridionalea pochi mesi dalla sua entrata in vigore. Un confronto, grazie a Nexima, tra docenti, operatori del diritto e magistrati sulla “novella” e sulle sue ricadute pratiche. Anche relativamente agli istituti del partenariato pubblico privato e alle forme organizzative dell’impresa pubblica, tra cui rientrano gli affidamenti in house.

Al confronto, che ha potuto contare sui chiarimenti tecnici agli operatori economici da parte di consiglieri di Stato componenti la commissione la Commissione Nazionale per la riforma dei contratti pubblici come Giovanni Grasso, Gianluca Rovelli che hanno relazionato rispettivamente sulle procedure di appalto dei lavori pubblici e dei servizi e forniture mentre del nuovo appalto integrato ha parlato Marco Giustiniani, consigliere giuridico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le particolarità e le novità dell’affidamento in house sono state illustrate da Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale. La sessione pomeridiana ha affrontato con Daniele Branca dell’ufficio legislativo di Legacoop Produzione e Servizi il tema del lavoro nel nuovo codice degli appalti; con Luca Clarizio e Anna del Giudice di Nexima rispettivamente le cause di esclusione dalle gare e le modifiche negoziali durante l’esecuzione del contratto di appalto.