Sono in molti in queste ore a chiedersi cosa sia successo a Bruxelles relativamente alla trattativa tra gli Stati membri dell’Unione europea sulla ripartizione delle quote del pesce spada. I retroscena sono poco chiari, ma il risultato è finito sulla Gazzetta ufficiale UE: 3.736,26 t di quota per l’Italia.
“Una quota insufficiente, che penalizza fortemente l’Italia mettendo a rischio la sostenibilità economica e i posti di lavoro di centinaia di imprese di pesca – osserva il coordinatore nazionale del Dipartimento Pesca di Legacoop Agroalimentare, Angelo Petruzzella -. Si susseguono gli interrogativi che in queste ore non trovano risposte plausibili: perché l’Unione europea in sede ICCAT (ovvero la Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici) presenta i propri dati, compresi quelli dichiarati dall’Italia, per ottenere un numero il più possibile elevato di catture e poi, in fase di trattativa interna, tiene a riferimento un altro periodo temporale che favorisce la Spagna?”.
“Ci troviamo di fronte all’ennesimo colpo di mannaia dell’Unione europea – conclude Petruzzella – a danno della pesca italiana, nonostante il puntuale intervento dei nostri parlamentari in sede nazionale ed europea. Occorre una presa di posizione forte del Governo: lo invitiamo pertanto a valutare urgentemente l’opportunità di impugnare il provvedimento comunitario”.