Legacoop, Confcooperative e AGCI a stabilire il livello retributivo minimo applicabile, restando fuori dal recinto dell’articolo 36 della Costituzione (e, pertanto, completamente illegittimo) quello determinato da altri contratti collettivi (quello dell’UNCI su tutti), strumentali esclusivamente a produrre economie a scapito dei lavoratori e, di fatto, del mondo della cooperazione. Resta salva la libertà sindacale ex articolo 39 della Costituzione, posto che il principio di cui all’articolo 36 è immediatamente precettivo e il giudice (e gli ispettori ministeriali, ai sensi del D. Lgs. n. 124/2004) ben potrà automaticamente sostituire la clausola del contratto individuale di lavoro in violazione all’art. 36 Cost. con il parametro stabilito dai “contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale”, ossia Legacoop, Confcooperative e AGCI. Il fenomeno del dumping è, difatti, quello per cui l’applicazione di due contratti collettivi completamente squilibrati dal punto di vista retributivo determina, a favore dei soggetti che applicano quello deteriore per i lavoratori, situazioni di vantaggio rispetto agli altri in termini di concorrenza, in quanto, in sede di offerte e/o partecipazione a gare riusciranno a prospettare condizioni più vantaggiose per i committenti/appaltanti. Il tutto sulla pelle dei lavoratori. Legacoop Puglia a questo gioco non ci sta e auspica un più pregnante intervento ministeriale, anche a mezzo dello strumento di cui all’articolo 12, D. Lgs. n. 124/2004 (Razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro), per contrastare il fenomeno sopra descritto. D’altra parte, si ripete, è nota la posizione di Legacoop Puglia e Confcooperative in seno agli Osservatori Provinciali per la Cooperazione (nelle province in cui l’organismo è attivo, esprimendo doglianza per la mancata attivazione dello stesso nella provincia di Bari): l’azione, in linea con la Direzione dell’Attività Ispettiva presso il Ministero del Lavoro espressa più volte dal dottor Paolo Pennesi, oltreché dalla giurisprudenza, è quella di indirizzare principalmente l’attività ispettiva nei confronti delle cooperative che applicano il contratto dell’UNCI. E’ ora che il mondo della cooperazione inizi ad indignarsi.]]>