Sosteniamo la cultura dell’autoimpiego per salvare le aziende in crisi. È la sfida lanciata dal presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo   alla luce dei dati resi noti dal responsabile deLla Task force regionale sull’occupazione Leo Caroli che ha parlato di 39 crisi aziendali attive in questa momento nella regione di cui 13  solo nella provincia di  Bari. Per salvare molte di queste crisi Rollo fa un appello a quelle forme di  l’autoimpiego che facciano dei lavoratori gli interpreti della crescita dell’impresa e del territorio.

“Dice bene Caroli– afferma Rollo- quando dice che  la soluzione di molte crisi aziendali potrebbe arrivare da protagonismo degli stessi dipendenti. Per questo faccio appello a tutto il partenariato a sostenere ogni possibile strumento utile ad agevolare i lavoratori che decidono un percorso di autoimpiego.

“I dati resi noti nei giorni scorsi dalla task force sull’occupazione della Regione Puglia, un resoconto di un quadro delle crisi aziendali della regione e una bilancia che pende pesantemente su quelle ancora attive e tutte da risolvere, oltre a prefigurare un 2023 preoccupante sul versante del lavoro, dovrebbero convincerci, una volta per tutte, a sostenere strumenti nuovi  e una idea di occupazione che sia “intrapresa” del lavoratore.  La proposta per un incentivo di 20 mila euro, in favore di quei lavoratori pronti a ridare vita alla loro impresa in crisi e al loro posto di lavoro costituendo una cooperativa, suggerita dal responsabile della Task Force regionale, rappresenterebbe una spinta significativa al salvataggio di molte aziende. Si pensi, ad esempio, soprattutto alle piccole aziende dell’automotive, settore particolarmente colpito dalla crisi. Cosi come, è da sostenere con forza la proposta di istituire incentivi per gli imprenditori che si impegnano ad assumere gli esuberi delle imprese in crisi.

E se è vero che è l’UE a sbarrare la strada a questi strumenti,  – continua Rollo – è assolutamente necessaria una corale presa di posizione tale da sostenere le proposte emerse, in quanto soluzioni imprescindibile da percorrere. In un contesto economico generale sempre più nebuloso, è necessario indicare una strategia condivisa in un progetto di visione culturale ed imprenditoriale. Una strategia che non può che innestarsi su sostenibilità sociale ed ambientale per implementare programmi di transizione ambientale ed energetica da affidare, per quanto possibile, al sistema imprenditoriale territoriale.

In un tale contesto economico-sociale, inoltre, riteniamo utile incoraggiare una collaborazione attiva tra Puglia Sviluppo e CFI, (investitore istituzionale che eroga finanziamenti finalizzati a piani di investimento per incrementare l’occupazione), in modo da attivare un rinnovato sistema di incentivi in favore di investitori e, in particolare, per i lavoratori che vogliano investire su se stessi, favorendo in tal modo la nascita di ulteriori esperienze di workers buyout nella nostra regione. Il movimento cooperativo che rappresentiamo è disposto a fare la sua parte, come ha sempre fatto. Sarebbe auspicabile, comunque, che la proposta venisse sostenuta dal partenariato tutto, dal sistema amministrativo territoriale e in particolare dal sindacato che di fatto, gestisce e media le crisi aziendali.

Quindi, considerato il tema, con le dovute cautele, – conclude il presidente di Legacoop Puglia –  è auspicabile un cambio di passo culturale, nella consapevolezza che l’impresa si sostiene grazie al lavoratore e nel caso di una crisi, il salvataggio della stessa non potrà prescindere dal protagonismo dei suoi dipendenti. Chi più di loro ha a cuore le sorti dell’impresa nella quale sono cresciuti, si sono specializzati e che grazie a loro può continuare a stare sul mercato? Una formula che non è solo un modo per conservare il lavoro, ma uno strumento che mette al centro le competenze dei lavoratori che, il più delle volte, con la chiusura delle aziende vanno disperse. In questo modo le competenze acquisite diventano protagoniste attive della rigenerazione dell’esperienza imprenditoriale. Uno strumento, la cooperativa workers buyout, utilizzato in altre aree del Paese a differenza del Sud, dove in molti ancora pensano che la sola soluzione di una crisi aziendale è l’impresa esterna, individuata spesso in contesti territoriali e settoriali diversi dai nostri”.