“Ripartiamo da Sud”, provando a invertire la tendenza e a proporre, anche con un sistema cooperativo forte e coeso, l’idea di un Mezzogiorno che è forza trainante per tutto il Paese. In una giornata intensa di studio, dibattito e racconto di best practice del mondo della cooperazione, a Bari, nella Camera di Comercio, si sono riuniti cooperatori e strutture del mondo Legacoop, provenienti da otto regioni del sud Italia. “L’impresa di tutti, il lavoro” di ognuno, come recita lo slogan dell’evento. “E’ questo ciò che dimostrano quotidianamente le imprese cooperative: la forza del fare insieme e, sopratutto, dell’operare secondo i princìpi della legalità, del bene comune e per il territorio, nonostante il fortissimo momento di recessione economica”, ha sottolineato il presidente Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, cha ha aperto i lavori. All’evento, moderato dal giornalista Mauro Alberto Mori,  hanno partecipato il presidente Legacoop, Mauro Lusetti, e il vice presidente Elio Sanfilippo,  il presidente del Centro Studi Legacoop, Alberto Zevi, e il responsabile Area Analisi e programmazione territoriale dell’Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali (Ipres), Nunzio Mastrorocco. Tra gli altri anche il Direttore generale di Coopfond, il fondo mutualistico Legacoop, Aldo Soldi. Presente anche il direttore Legacoop, Enzo Ferrari. Come far ripartire il Mezzogiorno? Come renderlo forza motrice per il Paese? Le proposte e le tesi snocciolate nel corso della giornata sono confluite in unica tesi. Serve innovazione, servono investimenti e start up di giovani che hanno voglia di rischiare, serve legalità e sana cooperazione che porta alla coesione sociale e alla fiducia da parte dei cittadini. Elementi questi che, anche secondo le tesi di una delle più importanti economiste e docenti di Economia dell’Innovazione della University of Sussex, Mariana Mazzucato (intervenuta nel dibattito pomeridiano), creano mercato e le condizioni per cui, non con investimenti a pioggia, lo Stato possa farsi carico del rischio d’impresa. E in questo la cooperazione, che mette insieme più attori dell’economia, può più di altre forme d’impresa, sostenere e avviare un processo di sviluppo nel lungo termine. “Il Mezzogiorno di oggi rappresenta una grande opportunità per tutti – ha  proseguito Rollo – , per le grandi e piccole cooperative e per i loro consorzi, per il sistema produttivo e quello dei servizi”. Come anche per i giovani. “Per troppo tempo questa nostra società ha pensato di poter fare a meno dei nostri giovani, nessuna opportunità è stata data loro, nessuno spazio è stato liberato, neanche da chi doveva farlo per dovere. Noi, il movimento cooperativo del Mezzogiorno, possiamo e dobbiamo farlo, dobbiamo ascoltare le nuove generazioni, saperli apprezzare e, se ne siamo capaci, confrontarci con loro su progetti per la crescita. Insieme a loro dobbiamo saper imporre il cambiamento, nelle cooperative e nella organizzazione, dobbiamo saper convivere con esso e valorizzarlo in ogni sua parte”. Il Sud ha un ruolo importante nel panorama cooperativo ed economico nazionale. Con dati alla mano, come ha spiegato il presidente Zevi, nel corso della sua presentazione: nel  Sud “sono attive, difatti, 24.036 strutture tra cooperative e consorzi e con un fatturato, registrato a fine 2012, di 12,5 miliardi di euro”. Pertanto, anche alla luce di questi dati, il Movimento cooperativo deve fare la sua parte, ha incalzato il presidente Legacoop Lusetti: “Serve ripensare la nostra attività”. Come anche il concetto di Stato “Innovatore”, per dirla con la teoria della Mazzucato. L’innovazione senza uno Stato non demiurgo ma lungimirante, non è possibile. “Abbiamo bisogno di riposizionare – ha dichiarato Lusetti -, ad oggi, le attività delle nostre cooperative in ambiti nuovi e in territori nuovi. Deve coesistere un rapporto virtuoso tra stato e privato”. Sul tema legalità ha incalzato anche il vice presidente Sanfilippo: per il Meridione “non ci sarà incentivo che tenga se c’è un tessuto mafioso. La legalità è  condizione indispensabile per ogni ipotesi di sviluppo, non è solo esigenza civile  ma condizione indispensabile e fondamentale per le nostre imprese”. E perché il Mezzogiorno possa candidarsi a protagonista. “Senza il Sud l’Italia non ce la fa, non riparte. Al tempo stesso, il Sud non ce la, se non cambia”. “Ognuno di noi  – ha sottolineato, a sua volta Carmelo Rollo – vive realtà di crisi in cui le cooperative, specie del meridione, hanno seguito lo sviluppo e l’evolversi della crisi. Ma ci sono elementi che ci fanno dire che abbiamo potenzialità su cui costruire una nuova epoca di sviluppo cooperativo. Dobbiamo crederci e farlo in una logica dove non riproporre il passato. Perché il passato non esiste più. Gli elementi che traino lo sviluppo sono nuovi e abbiamo bisogno di poter e dover contare su le nuove generazioni, sul lavoro e, soprattutto, sul concetto di legalità”. Giovani generazioni, dunque, legalità, sostenibilità e territorio. Sono i temi cardini degli interventi dei relatori, come di tutto il programma del Movimento cooperativo. Temi sui quali “si sta costruendo un patto associativo più forte e che porterà al completamento del percorso dell’Alleanza delle Cooperative Italiane”. Alla cooperazione nel Mezzogiorno, dunque, è affidato un ruolo centrale di ripresa e una capacità, cosiddetta, resiliente, ovvero quella di sapersi re-inventare, di adattarsi ai contesti mutevoli, di resistere ai contraccolpi di un’economia al collasso, ricercando e recuperando un equilibrio sociale ed economico. Ma anche sostenere la crescita di nuove imprese, che, in forma cooperativa, mettono al centro le persone, a discapito del profitto.

Come Movimento Cooperativo “credo – ha annunciato il presidente Rollo  – sia necessario imporci un’agenda di lavoro, indicando delle priorità e dei punti condivisi da proporre sui nostri territori e al nostro congresso, integrando, ove possibile l’ottimo documento di base elaborato dai gruppi di lavoro indicati dalla Direzione Nazionale di Legacoop”.

Tra i punti chiave del programma di sviluppo meridionale anche la necessità di sviluppare la competitività del sistema agroalimentare; la necessità di promuovere e diffondere le cooperative di comunità, che devono rappresentare una delle risposte concrete ai bisogni della comunità e delle persone.  Serve, inoltre, “costituire un fronte comune contro le strategie dei tagli nei lavori pubblici. Non possiamo accettare quel che succede ormai da anni. Siamo, da troppo tempo, di fronte a gare pubbliche, soprattutto nei servizi, che non rispettano i canoni della sicurezza e del costo del lavoro. Si taglia prima che si vada in gara, spesso, considerati i nostri valori e il rispetto che nutriamo nei confronti del lavoro dignitoso e legale, siamo costretti a non partecipare. Abbiamo il dovere di dire ‘no’ a forme di dumping o raggiri. Dobbiamo continuare la nostra battaglia contro i massimi ribassi, che nulla hanno prodotto se non la chiusura di tante imprese, anche cooperative”.

Il Movimento Cooperativo Legacoop riparte, dunque, anche dal Sud. Con temi condivisi di sviluppo delle singole persone e dei territori. Lo hanno sottolineato a gran voce anche i presidenti di Legacoop Palermo, Filippo Parrino, della Campania, Mario Catalano, della Basilicata, Paolo La Guardia, e della Calabria, Giuseppe Pellegrino. Sono temi che accompagneranno i consessi regionali dei prossimi giorni, sino al congresso nazionale Legacoop, che si terrà a Roma il prossimo dicembre, tappa importante di definizione, per le imprese e il Paese, di una più forte Alleanza delle Cooperative Italiane.]]>